Ieri 22 ottobre, Verona si è colorata di cuori rossi, simbolo non di romantiche Giuliette, ma di persone che hanno deciso di esprimere in prima persona la propria volontà per quanto riguarda la loro salute.
“Se la salute hai a cuore , difendila dall’inceneritore” questo lo slogan di quest’anno.
Ma perchè comitati creati da liberi cittadini e seguiti da migliaia di altri cittadini devono trovarsi in piazza a manifestare addirittura per proteggere la propria salute?
Perchè una quarantina di anni fa si è costruito il famigerato impianto di incenerimento di Ca’ del bue, al tempo all’avanguardia ma ora anacronistico in quanto fortemente inquinante a a causa della produzione di diossine e nanoparticelle che procurano diverse alterazioni all’organismo le cui conseguenze si manifestano nella gamma che va dai disturbi respiratori e cardiocircolatori ai carcinomi, fino alla possibilità di alterazioni genetiche ereditarie.
Si aggiunga poi che la sua rimessa in funzione, da contratto per ben 25 anni!, necessiterebbe di importazione di rifiuti da altre parti d’Italia, brucerebbe materie prime riciclabili e quindi economicamente valide, inquinerebbe gravemente un’area minima di 20km di diametro svalutando le colture e creando ambiente non salutare porterebbe alla svalutazione edilizia...
Insomma, io personalmente e i tanti manifestanti di ieri, non ci troviamo proprio nulla di conveniente in Ca’ del bue, anche perchè le alternative esistono!
...eppure, per qualcuno, potrebbe essere un buon affare, in termini economici!
Ma a me è stato insegnato che il successo di un’operazione sociale si ha quando nessuno viene danneggiato, in particolare nei valori più alti: siamo davvero arrivati ad avere amministratori che credono che la vita non sia più il valore assoluto?
Per fortuna non sono tutti così, per fortuna alcuni si sono presi la briga di documentarsi, così come hanno fatto tante delle mamme presenti al corteo, per fortuna per quanto molto lentamente si aggregano nuovi Comuni: erano 7 i Comuni che hanno preso parte alla manifestazione: come sempre S. Giovanni, San Martino Buon Albergo e Zevio, ma si sono aggiunti Bovolone, Povegliano, Castel d’Azzano e Buttapietra.
Sono sempre più convinta che ciascuno di noi abbia una parte di responsabilità in ciò che lo circonda e che non ci si possa abbandonare in modo acritico o rinunciatario permettendo che altri decidano arbitrariamente per noi: per questo vorrei che ciascuno di voi, mi ascoltasse come se parlassi per lui soltanto, per invitarlo a scegliere, a non subire, a fare la sua parte ...
Dicevo: ieri eravamo una schiera di circa 6000 persone, alcuni già presenti in orario, altri che si sono aggiunti per strada, altri ancora che attendevano in Piazza Bra: per lo più eravamo solo semplici cittadini.
Ma è evidente che, per quanto la manifestazione sia apartitica, saranno proprio i politici a poter mettere voce e apporre firme su delibere, piani regionali e quant’altro...
Con alcuni ho amabilmente chiacchierato lungo la marcia, di altri vi riporto le interviste.
A fine manifestazione è stata data l’opportunità ai partecipanti di entrare a far parte della mailing list dei comitati, e di inviare al consiglieri della regione Veneto cartoline in cui si chiede di occuparsi davvero della salute, in particolare dei più dei deboli.
La manifestazione si è conclusa con il discorso che Zerman ha fatto a nome di tutti i sindaci e dalle poche, decise parole del sindaco di Buttapietra. (solo per audio)
Ma per me, come donna, come madre, come cittadina, l’intervento più bello è stato quello di Rosanna, che mi ha toccato il cuore soprattutto quando, spiegando le dinamiche dei legami della diossina, ha affermato che è aberrante che una madre doni la vita e al contempo derubi il figlio della propria salute. Si, lo trovo aberrante anch’io
Con la viva speranza di avervi sì informati, ma di avervi soprattutto fatto riflettere un pochino....