La Montagna evanescente...
Mi innamorai di questa parte del Baldo circa 30 anni fa....
Era una domenica pomeriggio d’autunno e i colori che vidi si
impressero nei miei occhi e nel mio cuore indelebilmente.
Non ho mai avuto memoria per i nomi, ma quell’unica gita fatta,
rimase nella mia memoria nitida e certa come pochi altri istanti.
Passarono gli anni e non ebbi mai occasione di tornare da queste
parti, ma la prima volta che mio marito pronunciò le parole “Ferrara
di Monte Baldo”, mi ritrovai avvolta dalle stesse sensazioni di gioia e
colori di quel lontanissimo giorno di più di 25 anni prima...
La memoria, si sa, non risente del deterioramento del tempo: un
ricordo c’è o non c’è, ma se è ancora vivo in noi...è prepotente e
intenso nel affiorare al Presente.
Cominciò così il nostro peregrinare tra sentieri e boschi, accolti ogni
volta dal “nostro” Cavallo segna direzione e da intriganti Asini al di
là di fili spinati, talvolta da Tassi o Caprioli, da code di Volpe che si
infilavano rapide nella macchia a filo di strada o da Faine rapide
come saette...
Fiori di ogni foggia e colore, alberi di ogni forma e gradazione, rocce
millenarie e greggi e bovini liberi nei pascoli...
Cieli straordinari come quadri che mutano - irripetibili! - di giorno in
giorno.
Vallate e cime e profili di monti e piante e nuvole stravolti nei loro
colori dai giochi di Sole e Nuvole e Foschie.
Mi innamorai.
Mi innamorai di questi luoghi dal sapore incontaminato delle piccole
borgate, non troppo lontano dalla Civiltà, ma ancorati ad ataviche e
sane radici avvinghiate al Tempo dell’Uomo, quel tempo in cui
Madre Terra era ancora Valore e Casa da amare, proteggere e
benedire.
Cominciammo a cercare un luogo in cui portare il nostro nido.