sulle barricate di parte anziché nella collettività pluralista delle piazze, ci troviamo sempre
ad essere “contro” anche quando non c’è nulla cui essere contro.
Quando si parla di immigrazione, di genere, di famiglia, di vaccini, di reddito, di partiti, si
può quasi stare certi che emerge la “pancia”, la nostra emotività, a impedire di focalizzare
l’attenzione sul reale intento comunicativo, si fagocita sommariamente il messaggio e
inizia un’incalzante botta e risposta in cui le ragioni dell’uno sembrano escludere
inequivocabilmente quelle dell’altro.
Eppure...continuiamo a raccontarci di essere una democrazia, di essere persone civili ed
emancipate...
Ma non preoccupatevi: questo modello di comunicazione distorta avviene spesso anche in
famiglia: chi meno ascolta - ricordate? ascoltare è l’intento di voler capire... - più si
allontana dalla formula di partenza in un botta e risposta che lascerà comunque entrambe
le parti insoddisfatte e inespresse.
E nel caso preso ad esempio, l’essere appunto vegetariana, la discussione probabilmente
si sposterebbe sulla caccia, sugli allevamenti e sui posti di lavoro del Mac Donald, e sul
rifiuto delle persone che ci vanno, eludendo del tutto il fatto che il mio unico problema,
nella dichiarazione specifica, è quello di non portare carne in casa e nei miei
piatti...nemmeno quella che - mio malgrado - compero ai miei cani!
E poi arriva il terzo modello cui avevo accennato: quello che è proprio doloroso.
E’ quel tipo di dialogo nel quale, malgrado la genuinità degli sforzi per farsi capire,
dall’altra parte entrano in gioco così tanti filtri che la comunicazione non solo viene
distorta, ma diventa poco a poco divergente.
E‘ il caso in cui affiora il fraintendimento.
Ci si può banalmente fraintendere perché si è erroneamente convinti del significato di una
parola e quindi la si usa a sproposito: abbiamo sentito quasi tutti qualche strafalcione
come quelli di chi, confondendo le parole, dice “ho una malattia venerea” quando vorrebbe
dire “venosa”... Se si prosegue col discorso, l’incomprensione sarà sempre più grande.
Ci si può fraintendere perché si danno valori più o meno profondi o specifici alle
parole...Amare, ad esempio, cosa vuol dire amare? “Ti amo”.... Amo il tuo corpo per come
è fatto o amo toccare il tuo corpo, amo quell’uomo per come scrive, amo questa donna
perché la possiedo (bestia che termine!), o per come mi fa sentire, ti amo per la
gratificazione che mi dai, amo la tua fragilità, la tua forza, il tuo sguardo...amo il tuo
sapore, sorbetto al mango!
Ecco, direi che con il verbo amare, le sfumature possono diventare davvero infinite.
Ci si può fraintendere con qualsiasi altra espressione malgrado la volontà e la necessità di
definire in modo chiaro e evidente il significato preciso, univoco e profondo di quel che si
dice...
Si desidera essere compresi senza equivoci.
Eppure...Eppure, proprio e soprattutto per le questioni importanti, per le questioni che ci