Io oggi voglio ringraziare quel pazzo di Trump perché con la sua follia ci
sta offrendo una grandissima opportunità: quella di percepire
profondamente quanto sia effimera la nostra Vita e la certezza della sua
continuità.
Questo ci spinge obbligatoriamente a fare il punto e mette sotto un
riflettore le reali priorità della nostra Vita permettendoci di lasciar
perdere tutte la futilità che solitamente hanno la priorità nelle nostre
giornate.
A me questo è già successo con lʼBB settembre.
Stavo vivendo un periodo di lutto personale nel quale comunque mi
sentivo in un certo senso al sicuro, rimandando sempre a domani
decisioni da prendere, cambiamenti da fare, persone da incontrare.
Rimanevo nella mia quotidiana e - devo ammetterlo! - felice messa in
scena di quel bel periodo che non aveva comunque possibilità di
rinnovarsi e fiorire, senza mai smettere di ripetere gli stessi gesti, le
stesse azioni, le stesse abitudini acquisite...giorno dopo giorno, mese
dopo mese...
Sconvolta e attonita da quellʼevento...mi esplose da dentro solo una
domanda: “Ma se io fossi stata in quelle Torri...che rimpianti avrei
avuto?”
...e da quello stesso istante, addolorata, confusa e spaventata da una
cosa cosi grave e dolorosa, ho iniziato a rincorrere il tempo che avevo
vissuto in stand-by, ho cercato quegli abbracci e quella tenerezza che
credevo non mi servissero, ho ricominciato a scrivere, a guardare mia
figlia e i suoi bisogni in modo diverso, a cercare di fare tutto quello che
avevo rimandato, a rimettermi in gioco, a imparare di nuovo a
relazionarmi...
Ecco, ora di nuovo e sempre dallʼAmerica, con la sua incommensurabile
follia e arroganza, arriva il rostro di Trump, pronto a colpire
allʼimprovviso, senza scampo...
Eʼ ovvia ed evidente la grande differenza di situazione, che però non è
lʼargomento del quale sto discutendo. In questo caso parlo dal punto di
vista della nostra percezione e della consapevolezza ad essa legata:
quellʼBB settembre, si è venuti a conoscenza della tragedia in tempo
quasi reale, ma comunque successivo agli avvenimenti: siamo stati
bombardati a nostra volta da immagini shoccanti e abbiamo dovuto
assorbirle e metabolizzarle brutalmente, tutte dʼun tratto, ma con una
sorta di speranza, almeno per chi in America non viveva, che la cosa più
grave fosse già accaduta e che avesse catalizzato in se stessa tutto il
male, permettendoci comunque di godere della fortuna di riprendere a
vivere il più normalmente possibile...
Ora le cose sono opposte. Ora sentiamo come un gelido soffio costante
e persistente, foriero dei peggiori scenari immaginabili, pronto a fare
lʼaffondo in qualsiasi momento.
La fine è scritta, per tutti, inevitabilmente.
Ma tra il momento presente e la fine...ciascuno di noi interpone
idealmente uno stacco soggettivo in termini di tempo, come se questo ci
rendesse immortali e quindi padroni del tempo della nostra Vita.
Ma questa è unʼillusione, perché si sa benissimo che invece...
Quando poi incontriamo qualcuno affetto da qualche gravissimo male
che non perdona, ci rattristiamo come se la Vita di queste persone fosse
soggetta a qualcosa di ineluttabile che invece noi possiamo evitare.
Non è così: la differenza sta tra un presumibile durata della Vita e
lʼimprevedibile durata della Vita, del resto “di qualcosa bisogna pur
morire”, come diceva mio padre.
Ora Trump, ci ha posto tutti nella stessa situazione: la nostra Vita
potrebbe durare ancora solo una manciata di giorni o di ore.
Ed ecco qui la grande opportunità!
Se fosse davvero certo che questa eventualità ci colpisca...come
spenderemmo ogni singolo istante di vita?
Da chi vorremmo essere abbracciati nellʼultimo istante?
Chi vorremmo non far sentire solo a partire da ora?
E da questo preciso istante, cosa vorremmo aver fatto per noi stessi, o
meglio chi vorremmo essere riusciti a diventare prima di perdere
definitivamente lʼoccasione di farlo?
Ci interesserebbe davvero tanto preoccuparci ancora del nostro
aspetto? Delle formalità? Di qualche insignificante torto subito che ci ha
tolto il sorriso, o di avere ragione perdendo tutto il resto? Di insegnare a
qualcuno la buona educazione? Di non chiedere scusa restando con il
cuore a pezzi?
Da un film ho fatto mia una massima:
“tu puoi decidere di fare l'una o l'altra cosa.
Andrà bene in entrambi in casi.
Ma la scelta che farai, RIVELERA' CHI SEI"
Ecco, credo che mai come nei momenti cruciali affiori veramente chi
siamo. I momenti in cui decidiamo senza far passare le scelte attraverso
la mente e le convenzioni. I momenti in cui non possiamo né negoziare
né tergiversare per non aver rimpianti: quelli sono gli attimi in cui siamo
davvero noi senza riserve...
Dunque, la pressione di Trump ci da questa opportunità: sta poi a noi
non giocarcela spendendo i nostri preziosissimi attimi di vita a maledirlo,
o a piangere perchè “potremmo morire tutti”... Certo che moriremo tutti,
solo che potremmo morire “tutti insieme”, ma questo “potremmo morire
tutti” in realtà sottende la paura che non ha il coraggio di dire: “allora
tocca a me!”
Ma cʼè anche almeno unʼaltra opportunità, nel folle agire di Trump.
A saperla cogliere, ci offre lʼoccasione di andare oltre, di diventare coesi,
di riconoscere lʼinscindibilità tra la nostra e lʼaltrui sopravvivenza... e
imparare a prenderci cura reciproca sempre e comunque, abbattendo
ogni confine di età, di sesso, di religione, di etnia, di nazionalità e di
ideologia, nel piacere e nellʼinteresse globale in senso prettamente
letterario, a questo punto...
Io non sono una veggente.
Anchʼio ho le mie paure e la speranza che anche questa volta ci sia
qualche Persona in gamba che riesca a sgonfiare questo pallone prima
che esploda.
Ma siccome a tremare non godo della Vita, mentre a progettarla e a
cercare di valorizzarla si, voglio fare tesoro di questi giorni di forte
incertezza non per far spazio alla paura, ma per non dimenticare mai più
di sentire il sangue nelle vene, il pulsare della Vita in tutte le sue
manifestazioni, la consapevolezza di non salutare più i miei cari
distrattamente come se non dovesse mai essere lʼultima volta, voglio
mettere lo sforzo di guardare sempre tutti negli occhi anche per un solo
istante, perché Trump o non Trump, quello potrebbe sempre essere
lʼultimo sguardo tra me e quella particolare persona. Voglio spegnere il
computer e ascoltare cosa mi dice mia figlia, cosa mi dicono le mie
nipotine o guardare il loro il papà mentre le coccola con tenerezza,
voglio sentire lo sguardo di mia madre su di me come una carezza che
mi accompagna mentre mi allontano e voglio lanciare più spesso la palla
ai miei cani quando mi corrono incontro festosi.
Voglio ricordare di svegliarmi ogni mattina ringraziando perché sto per
iniziare un altro giorno di Vita, senza che questa sia mai più unʼazione
scontata e voglio continuare a concludere le mie giornate a casa, ossia
nellʼamorevole abbraccio di mio marito.